Astori Davide

Davide Astori, laurea in lettere indirizzo classico (Università di Parma), dottorato in romanistica (LMU – München), diploma in paleografia (Archivio di Stato di Parma), giornalista (albo della Lombardia, elenco Pubblicisti), è nominato Professore associato ai sensi dell’art. 24 c. 6 della L. n.° 240/2010 (settore concorsuale 10/G1: “Glottologia e linguistica”, settore scientifico-disciplinare L-LIN/01: “Glottologia e linguistica”) con decreto rettorale n.° 256/2015 (Prot. 11459) presso il Dpt. ALEF (ora DUSIC), con decorrenza 1 marzo 2015, ed espleta la propria attività istituzionale presso il Dipartimento DUSIC dell’Università degli Studi di Parma.
Dopo aver insegnato ‘Lingua e cultura ebraica’ e ‘Lingua araba’ e ‘Sanscrito’ è, nell’ultimo anno, titolare dei diversi corsi di ‘Linguistica generale’ (LT e LM) e di ‘Interlinguistica’, e dal prossimo anno anche di ‘Lingua romena’. Per l’attività didattica si rimanda alla pagina specifica: https://www.unipr.it/ugov/person/20788, dove si registrano nel dettaglio i compiti didattici e i relativi contenuti.
 

Fra gli interessi primari di ricerca annovera l’indoeuropeistica, i fenomeni delle lingue in contatto, la traduttologia, lo studio delle minoranze e politiche linguistiche, l’interlinguistica. Per quanto attiene l’attività scientifica, il suo impegno di ricerca prosegue nell’impianto già strutturatosi negli anni precedenti: l’interesse primario per le lingue e culture in contatto si coniuga – più specificamente in ambito greco, ebraico, romeno, le lingue maggiormente coltivate negli ultimi anni – a interessi traduttologici ed etimologici più in generale da un lato, e dall’altro a una particolare attenzione per le lingue minoritarie e le problematiche a queste inerenti, anche di carattere socio-politico, dal più tradizionale rapporto fra lingua e identità alla contemporanea “questione europea” e alle sue tangenze con il moderno dibattito sui diritti linguistici.
 

All’interno della riflessione sul rapporto fra lingua e identità è da inserire il suo interesse per la lingua pianificata esperanto, che accanto alla sua vocazione di lingua internazionale ausiliaria si sta sempre più trasformando in lingua di un gruppo specifico, offrendo una chiave di lettura, certamente eterodossa ma non meno stimolante e valida, di come addirittura intorno a una lingua non naturale si vada creando una cultura, una identità, un (per usare il termine in lingua) kvazaŭ-etno le cui dinamiche offrono molte occasioni di riflessione dal punto di vista teorico. Nell’ottica della sua natura di lingua, se non minoritaria, almeno certo di una comunità di prassi, che abbisogna di una implementazione microlinguistica, e non secondariamente con il desiderio di diffusione di una sana cultura linguistica anche in ambienti meno specializzati, ho fornito in esperanto un corso di linguistica generale.
 

Altro filone è quello delle lingue segnate, gravido di ricadute – accanto alla sfida etica che pongono – per la linguistica teorica, in quanto la loro natura di lingue a tutti gli effetti, con caratteristiche peculiari, stimola a ripensare e, in futuro, probabilmente, adeguare, ampliandoli alle nuove sollecitazioni che di là giungono, alcuni modelli teorici: da quello relativo al piano ‘fonetico’ al rapporto significante-significato, fino alla riflessione teorica sull’importanza del ‘canale’, forse la chiave di volta che rende le lingue segnate “uguali e diverse” da quelle orali, e in cui profondamente si radicano gli aspetti sociali, culturali e identitari delle comunità sorde.
 

Quanto ai progetti futuri, forse il lavoro di ricerca più impegnativo che sta conducendo – sempre in linea con il profilo più generale qui delineato – è l’analisi contrastiva della prima versione serba del “Bertoldo” di G.C. Croce, sulla scia di quanto prodotto – anche per quella ragione avevo frequentato la scuola biennale di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Parma (2001-2003) – per quella romeno-moldava (cf. D. Astori, La Vita di Bertoldo di Giulio Cesare Croce nella versione del manoscritto n. 328 (230) del Fondo Zabelin 45641 del Museo storico di Mosca, Editura Brumar, Timişoara 2011), con la quale si intende poi operare un’analisi contrastiva.
 

La lista completa delle pubblicazioni (alla data del 9 gennaio 2020 sono 214) è compulsabile alla pagina Cineca Iris: https://air.unipr.it/cris/rp/rp07859#.XhW3EUdKjIU.
Per quanto riguarda la cosiddetta terza missione, profondamente convinto dell’importanza delle attività aperte a un pubblico esterno e, dove possibile, all’intera città, all’interno e in parallelo ai corsi ospita esperti e organizza giornate di approfondimento, anche aperte alla cittadinanza, a partire dall’assegnazione del Premio ‘G. Canuto’ per la migliore tesi di laurea in Interlinguistica ed Esperantologia, giunto quest’anno alla decima edizione (con l’invito, ogni volta, di un esperto diverso, e a cui si associa spesso un approfondimento pomeridiano). 
 

L’attenzione e la sensibilità all’internazionalizzazione si radica addirittura nei tempi della formazione universitaria, quando, accanto al percorso curricolare, già aveva scelto di produrre la tesi all’estero grazie a una borsa erasmus. Vi fu poi il dottorato di ricerca, volutamente condotto fuori Italia per meglio approfondire le tematiche e fare propria la lingua tedesca. Nel primo periodo di collaborazione con l’università di Parma, ha proseguito i contatti con realtà estere che, accanto ai contatti personali e di scambio scientifico tenuti con alcune università estere, hanno portato all’accensione dell’Erasmus+ con l’Unversiteit van Amsterdam, dove si reca annualmente in scambio, ed è stato referente dipartimentale del progetto Overworld “Serbia” a. 2018-19 – Azione 1. In tale ottica si inquadrano i premi ricevuti dall’Associazione Universale Esperantista e del Rotary (La Fondazione Rotary gli ha attribuito nel 2015 il riconoscimento di ‘Paul Harris Fellow’, “in segno di apprezzamento e riconoscenza per il suo tangibile e significativo apporto nel promuovere una miglior comprensione reciproca e amichevoli relazioni fra popoli di tutto il mondo” anche in relazione alla sua attività di linguista”).
Relativamente ai compiti gestionali, ricopre a oggi il ruolo di rappresentante per il corso di Lettere moderne presso la Commissione Paritetica ed è docente delegato per l’attività di orientamento in uscita.
Last but not least, nello sforzo di agevolare in ogni modo i suoi studenti nell’acquisizione dei contenuti della disciplina, ha realizzato un manuale calibrato al percorso de suo corso di base (Appunti di linguistica generale, Bottega del libro Editore, Parma 2015) e un corso blended, equivalente ed equipollente ai 6 CFU di LT (v. on line all’indirizzo: https://elly.dusic.unipr.it/2019/enrol/index.php?id=179#section-1), fruibile chiaramente anche con sintetizzatore automatico di lettura (e, come stimolo al valore del multilinguismo, tradotto anche in inglese e in esperanto), e sta lavorando per la realizzazione delle mappe corrispondenti ai diversi capitoli, così da venire il più possibile incontro ai bisogni di Tutti. L’attenzione al modo della didattica non è recente, se si considera che già nell’a.a. 1997-98 frequentava un Corso di Perfezionamento in “Comunicazione educativa e didattica” della Facoltà di Scienze della Formazione – Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Padova.

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