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07/01/2022

Lavorare nell'ambito della Interazione Multiculturale

di Francesca Iacovino, Docente di Mediazione Interculturale ed Interpretariato Arabo

 

 

Nella nostra contemporaneità l’interazione tra lingue e culture differenti delinea i contorni di una nuova cittadinanza con inediti modi di vivere, parlare e pensare.

Personalmente, lo studio delle lingue ha inciso profondamente non solo nella mia formazione, ma anche nella mia conoscenza diretta del mondo, creando nuove ed interessanti relazioni personali, in un processo che delineando i contorni di mondi diversi, ha inevitabilmente tracciato una maggiore consapevolezza delle possibilità derivanti dal rapporto con altre culture e mi ha portata ad avere una maggiore consapevolezza personale e del mio background.

Già prima di conseguire la magistrale, ho iniziato il mio percorso lavorativo, operando in centri d’accoglienza per richiedenti asilo che hanno richiesto non solo le opportune conoscenze linguistiche ma anche l’utilizzo di tecniche e metodologie di mediazione culturale che sono state approntate, tanto nel rapporto diretto con le istituzioni territoriali, tanto in ambito sociosanitario, permettendo così un più efficace inserimento dei soggetti interessati, oltre che una più proficua assistenza.

Grazie alle competenze acquisite, ho iniziato a collaborare con organismi nazionali che si occupano di politiche giovanili in ambito europeo e che di fatto raccolgono quelle che sono le proposte delle realtà associative e delle organizzazioni locali, portandole negli organismi europei deputati.

Chiaramente le migrazioni in futuro, non registreranno un arresto ma piuttosto un incremento, per varie motivazioni economiche, ambientali e culturali, di conseguenza sia l’Italia che l’Europa dovranno rispondere a tale fenomeno, investendo sempre di più non solo nella sua gestione ma anche nella creazione di organismi intermedi che saranno di raccordo e confronto. A tal proposito occorre fare una considerazione su quanto a livello europeo già si è delineato e che risulta essere un chiaro indirizzo da perseguire, poiché se si sono definite azioni corali di controllo delle frontiere, si definiranno anche gestioni condivise e organismi sovranazionali utili a cogliere le esigenze e le necessità che si tramuteranno in iniziative anche di natura legislativa.

Il futuro necessità di ragazze e ragazzi che abbiano acquisito delle competenze che sappiano muoversi nei diversi ambiti istituzionali connessi alla mediazione e agli aspetti sociosanitari, che siano parte di un cambiamento costruito pian piano che diviene sempre più necessario.

Nel maggio 2011 il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha adottato la Raccomandazione sull’educazione all’interdipendenza e solidarietà globali, che rappresenta il primo standard legale europeo sull’educazione interculturale.

Ancor prima, esattamente nel 2003, troviamo le raccomandazioni della risoluzione 1318 (2003) dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa che sollecita gli Stati membri a incrementare «lo sviluppo dell’educazione interculturale, per sensibilizzare maggiormente il pubblico nei confronti dello sviluppo sostenibile, avendo a mente che l’educazione interculturale è un elemento essenziale per far sì che i cittadini acquisiscano conoscenze e competenze necessarie per la comprensione, la partecipazione e l’interazione critica con la nostra società globale, in quanto cittadini responsabili del mondo.»

Andando a ritroso, la dichiarazione di Maastricht (2002) sostiene che l’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

(Articolo 26 Nazioni Unite, Conferenza Generale, San Francisco, 10 dicembre 1948)

Le rinnovate sfide per la società e il mondo professionale richiedono una proposta didattica che possa offrire gli strumenti utili declinandoli nei settori professionali affini, non attendendo una successiva applicazione, ma piuttosto favorendo una sinergia tra la didattica e l’applicazione pratica. 

L’offerta didattica dell’Istituto Universitario Bona Sforza prevede diversi indirizzi di specializzazione, tra cui troviamo Interazione multiculturale e strategie socio-sanitarie, in cui lo studio delle lingue non si riduce a un traguardo isolato, ma sinergico alla formazione di professionalità altamente specializzate in grado di progettare e tradurre le trasformazioni in atto, favorendo il dialogo interculturale nella sua dimensione socio-sanitaria e socio-educativa, giuridica e politico-istituzionale.

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